Privo di retòrica e denso di storia vissuta in prima persona questo libro si confonde tra il saggio antimilitarista ed il romanzo autobiografico. La lucida e contemporanea analisi sul militarismo e la società del dominio viene cosí a rappresentare una affermazione di vita, stimolante per idee nuove e tensioni libertarie ancora tutte da sviluppare.
Dalle nebbie dell’indifferenza, dal sienzioso isolamento del carcere militare, subito come conseguenza del rifiuto di indossare la divisa, emerge la denuncia sociale della violenza istituzionalizzata. I moderni valori democratici e la stessa repubblica italiana vengono frantumati dall’irrecuperabile crítica antiautoritaria della non-sottomissione.